Veleggia nel cielo, piano
al rumor solo del vento
risalendo la corrente
per restar lassù, lontano.
Là in alto, paziente attende
che giunga l’ atteso permesso
di lasciar l’ azzurro infinito
e l’ atterrar gli sia concesso.
Vorrebbe, già, il ciel lasciare
e sul suol prest' appoggiare
ma il ricordo d’ un triste evento
lo sconsiglia dall' ardimento.
Ode infin l' amica voce
che lo conduce all' atteso porto
a cui discende or più veloce
chè lì avrà nuovo conforto.